ISM-Italia

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ISM-Italia è il gruppo di supporto italiano dell‘International Solidarity Movement (ISM) palestinese.

Decolonizzare la Palestina storica contestando i complici e boicottando Israele

ISM-Italia Dagli Accordi di Oslo_________________________agli accordi di Letta_ L_Italia ripudia la pace

ISM Italia Decolonizzare la Palestina storica Documento sull’incontro bilaterala Italia Israele del 2 dicembre 2013

ISM Italia Per una manifestazione nazionale di contestazione di Israele e dei suoi complici italiani 20 settembre 2013

Dagli Accordi di Oslo … agli accordi di Letta!

A Roma e a Torino per dire NO:

agli accordi bilaterali Italia/Israele!

all’incontro tra Papa Francesco e Netanyahu!

L’incontro bilaterale Italia/Israele, inizialmente previsto a Torino, è stato improvvisamente spostato a Roma, dove è in programma anche un incontro tra Papa Francesco e Benjamin Netanyah

I pontefici, si sa, hanno l’obbligo diplomatico di ricevere personaggi assai discutibili e tra questi anche qualche criminale di guerra che dovrebbe piuttosto visitare la Corte Internazionale di Giustizia.

Ma hanno anche il dovere pastorale di cercare di ricondure sulla retta via i colpevoli di peccati veniali e mortali.

Un precedente illustre, l’1 aprile 1987 Papa Wojtyla, in visita in Cile, si affaccia con Pinochet da una finestra del Palazzo della Moneda.

Più recentemente, il 30 aprile 2013, Papa Francesco ha incontrato a Roma Shimon Peres.

Nel comunicato finale si legge:

Shimon Peres, che domani si recherà ad Assisi, ha confidato al pontefice: “Da lì pregherò per lei”: E in precedenza aveva chiesto a papa Francesco: ”Preghi per tutti noi”. (sic!)

Il 23 novembre è stato raggiunto un accordo tra l’Iran e i 5+1, Gran Bretagna, Francia, Germania, USA, Russia e Cina, sulla questione nucleare iraniana. La diplomazia internazionale sembrerebbe impegnata a risolvere i punti di crisi più pericolosi.

L’accordo, più probabilmente, è dovuto all’interesse USA di spostare dal Medio Oriente ai confini cinesi, la linea dello scontro.

Il recente sorvolo, senza informare la Cina, di bombardieri americani B-52 della zona di «identificazione per la difesa aerea» creata dalla Cina nell’area che comprende le isole Senkaku/Diaoyu, contese col Giappone, ne è un indizio significativo.

 Immediata la risposta del ministro israeliano per le Questioni strategiche Yuval Steinitz: «Questo accordo era e resta un accordo cattivo, che renderà difficile raggiungere una soluzione definitiva adeguata». Un parere confermato da Benyamin Netanyahu che ha dichiarato che l’accordo rappresenta «un errore tragico. Il mondo è oggi più pericoloso».

La necessità di un attacco contro l’Iran è stato e rimane uno dei punti chiave della politica estera israeliana a partire dalla caduta del muro di Berlino.

Benjamin Netanyahu è molto arrabbiato. Una consolazione gli è data dalla partecipazione dell’Italia all’esercitazione aerea Blue Flag nel Negev. L’Italia e il suo primo ministro Enrico Letta confermano di costituire i più servili dei servi filosionisti.

 Art. 11 L’Italia ripudia la pace!

 Una delle modifiche ormai in atto della Costituzione Italiana, sotto la guida illuminata di un Colle.

In allegato il documento ISM-Italia del 31 ottobre 2013.

ISM-Italia, Torino, 27 novembre 2013, www.ism-italia.org, info@ism-italia.org

Contestare i complici e boicottare Israele

Per decolonizzare la Palestina storica

Il 13 settembre 1993, furono firmati alla Casa Bianca gli Accordi di Oslo, con Bill Clinton nella parte di maestro di cerimonia.

Gli accordi erano composti da due parti:

  1. il mutuo riconoscimento tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP)
  2. una dichiarazione di principi che prevedeva un periodo di transizione di cinque anni senza chiari impegni da parte israeliana sulla natura dell’accordo definitivo

L’accordo definitivo non è mai stato raggiunto, la transizione prosegue e il tutto si è trasformato in quella che molti definiscono l’industria del processo di pace, interessata solo al “processo”, ma dimentica della “pace”. È la storia della soluzione due popoli-due stati, che ha permesso a Israele di proseguire la costruzione di insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

Eppure il mantra della soluzione due popoli-due stati, la soluzione sionista per eccellenza, è sostenuto da istituzioni, partiti, sindacati, media, intellettuali e da parte del cosiddetto movimento di solidarietà con i palestinesi.

Tutti dimentichi della natura del sionismo, un movimento coloniale di insediamento (settler colonialism) che ha avuto come obiettivo iniziale e ha, come obiettivo finale, la pulizia etnica della Palestina, che nella Striscia di Gaza si è trasformata in un genocidio strisciante.

Le dichiarazioni servili e umilianti del primo ministro Enrico Letta durante la visita in Israele del luglio 2013, le strette di mano con i criminali di guerra al governo in quel paese, gli incontri bilaterali (il prossimo si terrà a Torino il 2 dicembre 2013) per promuovere accordi di ogni tipo, in particolare quelli militari, sono solo l’ultima manifestazione della complicità che a tutti i livelli la società italiana e l’Europa esprimono nei riguardi della politica israeliana.

Israele fa già parte di fatto della UE e della NATO ed esporta la militarizzazione della sua società in Europa e nel mondo.

Quella della società italiana è davanti agli occhi di tutti, una fotografia, circolata recentemente, mostra il primo ministro Enrico Letta, in visita a Kabul, che indossa un elmetto, una conferma fortemente simbolica del fatto che la costituzione materiale ha cancellato, con la complicità del Presidente della Repubblica, l’articolo 11 della Costituzione Repubblicana,.

A monte c’è il ritorno del coloniale come dimostrano la presenza italiana in Afghanistan e in altri teatri di guerra, la partecipazione all’attacco contro la Libia e la complicità con la repressione delle rivolte arabe.

In Siria si sta ripetendo quanto è accaduto in Libia, anche se le ultime vicende segnano un evidente indebolimento degli Stati Uniti e di Israele.

Le dimostrazioni contro l’incontro bilaterale Italia/Israele, previsto per il 2 dicembre 2013, devono costituire l’inizio di una nuova fase per il movimento di solidarietà con la resistenza palestinese: la contestazione sistematica dei complici a livello istituzionale, politico, sindacale, intellettuale e mediatico.

Tutti/e a Torino il 30 novembre 2013 per dire no agli accordi bilaterali Italia/Israele!

 Seguiranno al più presto le indicazioni organizzative da parte del comitato di coordinamento torinese.

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