ISM-Italia

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ISM-Italia è il gruppo di supporto italiano dell‘International Solidarity Movement (ISM) palestinese.

ISM-Italia Comunicato stampa 2010/06/27/01

ISM-Italia Comunicato stampa 2010/06/27/01

ISM-Italia esprime la sua piena solidarietà,  umana e politica, alle compagne e ai compagni vittime dell’aggressione sionista a Roma.

Un nuovo arco ipersionista e a-costituzionale teso a rafforzare razzismo e violenza

Spente le luci di alcuni monumenti per il soldato israeliano Gilad Shalit per oscurare i crimini israeliani (allegato 1), sono rimaste sempre accese quelle del cinismo, dell’ipocrisia e della menzogna.

1. Violenza a Roma: il sionismo contro tutti

Quanto è accaduto a Roma conferma, in modo evidente, quanto ISM-Italia ha scritto nel documento “Per un network europeo antisionista”, http://sites.google.com/site/italyism/home/per-un-network-europeo-antisionista.

L’arco ipersionista a-costituzionale (destra-centro-ex-sinistra), a livello governativo, a livello degli enti locali, a livello delle istituzioni culturali e scientifiche, con il sostegno sistematico dei media italiani (rai1, rai2 e rai3 in testa, Antonio Di Bella ebbe a proibire una intervista a Ilan Pappé nel gennaio 2009), ha creato il terreno di coltura dell’aggressione sionista a Roma e della tendenza all’aumento del razzismo e della violenza.

La comunità ebraica di Roma, per le sue posizioni, è una delle punte di diamante delle comunità ebraiche in Italia e nel mondo. Il signor Riccardo Pacifici è andato a visitare i soldati israeliani feriti nell’attacco contro la nave turca Mavi Masnara  e li ha invitati a venire in Italia appena possibile. La comunità ebraica di Roma, al suo interno, è una struttura militarizzata, a imitazione della società israeliana, capace di ogni tipo di violenza contro quanti criticano la politica dei governi israeliani.

Dalla stucchevole accusa di antisemitismo alle aggressioni squadriste.

L’assenza di una qualsiasi condanna da parte della comunità ebraica di Roma è una conferma della sua responsabilità come mandante della aggressione.

Il signor  Alain Elkann ha chiesto che gli ebrei di tutto il mondo diventino cittadini di Israele, soggiornando almeno per un certo periodo in quella terra e assolvendo agli obblighi di leva. È l’ennesima prova della doppia e sbilanciata lealtà della maggior parte degli ebrei della diaspora nei riguardi dello Stato di Israele.

L’immunità e l’impunità assicurata a Israele da parte della comunità internazionale si è già estesa nel passato e si sta nel presente estendendo in modo esponenziale alle comunità ebraiche nel mondo, che finiscono per costituire strutture capaci di ledere gravemente l’autonomia degli stati in cui risiedono. L’elenco delle aggressioni, avvenute a Roma negli ultimi tempi, presente all’indirizzo

http://www.forumpalestina.org/news/2010/Giugno10/25-06-10LegalitaConnivenza.htm, ne è la riprova.

I precedenti francesi, ad esempio i due attacchi a Parigi negli scorsi anni contro la libreria delle resistenze di Europalestine, ne sono la conferma.

Le iniziative del governo israeliano tese a contrastare le campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), sono foriere di ulteriori violenze, in considerazione dei risultati che le campagne stanno ottenendo a livello internazionale, vedi Israel’s new strategy: “sabotage” and “attack” the global justice movement di Ali Abunimah, The Electronic Intifada, 16 February 2010, http://electronicintifada.net/v2/article11080.shtml.

Non sono mancate a sinistra (?) prese di posizione assai discutibili.

Nicotra del PRC ha invitato il rabbino capo Di Segni ad “isolare i violenti”!!!!  Come se il sionismo non fosse contraddistinto ,nel lungo periodo, dalla violenza. Come se esistesse un sionismo buono (ah!, il periodo dei kibbutzim) e un sionismo cattivo (qualche massacro di troppo), mentre i concetti di pulizia etnica della Palestina e di genocidio a Gaza non trovano spazio in questa area.

Qualcuno ha sostenuto che: “sventolare la bandiera israeliana, dopo aver preso a calci e pugni manifestanti pacifici e pacifisti, è vergognoso per chi lo fa, e per quello stesso simbolo (sic!)”. Ma la vergogna è divenuto proprio quel simbolo.

Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, capogruppo e consigliere della Federazione della Action del Comune di Roma hanno sostenuto che: ”L’aggressione di ieri notte nei confronti della Rete romana per la Palestina è un atto squadrista compiuto da alcuni gruppi oltranzisti della comunità ebraica”. Stessa musica del signor Nicotra.

2. Torino – la comunità ebraica distribuisce un volantino con una favola scritta dal soldato Gilad Shalit a 11 anni, Quando il pesce e lo squalo si incontrarono la prima volta (allegato 2)

Naturalmente per la comunità ebraica di Torino Shalit è stato rapito (falso!) durante un attacco terroristico (falso!) a Kerem Shalom, da un gruppo di guerriglieri palestinesi (vero!). In verità verso l’alba del 25 giugno 2006, Shalit è stato catturato da un commando palestinese che ha condotto un attacco contro un avamposto militare in territorio israeliano, dopo aver attraversato il confine meridionale della Striscia di Gaza, attraverso un tunnel sotterraneo lungo circa tre chilometri scavato tra i sobborghi di Rafah e la zona di Kerem Shalom. Durante l’assalto sono rimasti uccisi due soldati israeliani ed altri quattro sono rimasti feriti. Quindi si è trattato di un vera e propria azione di guerriglia contro l’esercito israeliano che circonda la Striscia di Gaza. Shalit è un prigioniero di guerra

Gilad Shalit è cittadino israeliano e francese e anche cittadino onorario di Roma. Non si contano le visite che hanno ricevuto i suoi genitori da parte di politici italiani e occidentali. Nessuno naturalmente si è preoccupato di andare in visita a uno dei 7.500 prigionieri politici rinchiusi nelle carceri israeliane.

Immemore della favola scritta anni prima il soldato Shalit era impegnato a fare lo squalo contro i palestinesi.

A questo è ridotta la comunità ebraica di Torino, dimentica di persone come Leone Ginzburg, morto nel febbraio 1944 per le torture subite dai nazisti a Roma.

La contestazione da parte di varie organizzazioni torinesi è stata tempestiva e determinata.

Un robusto schieramento di polizia ha evitato incidenti.

Proseguiamo con Torino dove alla tragedia segue inevitabilmente la farsa

Sul sindaco Sergio Chiamparino non abbiamo molto da dire, è uno dei tanti sindaci sceriffi del PD, ipersionista doc.

Mentre l’ineffabile Beppe Castronovo (capogruppo comunale PRC), a seguito del comunicato stampa di ISM-Italia, Spegnere le luci per il soldato israeliano Gilad Shalit per oscurare i crimini israeliani (allegato 1) ha fatto pervenire a ISM-Italia una email (allegato 3) con questo incipit:

“cari compagn* di ISM

vi giro la mail che ho inviato ai compagni della mailing list del prctorino, spero serva a chiarire i termini della questione e, per favore, non mettetemi nel mucchio degli “amici dei nemici”, quello che penso sulla Questione Palestinese è chiaro a tutti, e credo di averlo dimostrato tante di quelle volte che non credo sia questo il problema.

Un caro saluto

Beppe Castronovo

Abbiamo anche ricevuto una email da Mauro Gemma della Segreteria della Federazione di Torino del PRC (allegato 4):

che termina con queste parole:

Compagne/i,

Vogliate ricevere la mia più convinta e calorosa solidarietà.

Viva la Resistenza eroica del Popolo palestinese. Fino alla vittoria!

Mauro Gemma

della Segreteria della Federazione di Torino del PRC”

Mentre “Da: Maria Teresa Silvestrini [mailto:mariateresa.silvestrini@comune.torino.it]

Consigliera comunale per il PRC

Inviato: venerdì 25 giugno 2010 12.52

A: XXXXXXXXXXXXXX

Oggetto: Re: Anche Beppe?

L’ho chiamato ieri,….., perchè non sapevo nulla. Mi ha detto che l’iniziativa era a favore del processo di pace in Medioriente. Solo dal vostro comunicato vengo a sapere delle iniziative nelle altre città che certamente danno anche all’iniziativa torinese un forte significato filoisraeliano. Sono molto dispiaciuta.

Terry”

Morale: “l’ineffabile” tra il dire e il fare riesce a mettere in mezzo tutti gli oceani possibii.

Ci permettiamo di ricordargli la vicenda di un sussidio informativo su Palestina/Israele, scritto da varie associazioni di base del Tavolo Palestina e promosso dall’Assessorato alle relazioni Internazionali di cui era allora responsabile Dell’Utri, e sparito o fatto sparire nella primavera 2008, su indicazione del sindaco Sergio Chiamparino, dopo l’intervento della locale comunità ebraica, e forse anche dell’ambasciatore israeliano in visita a Torino in quelle settimane, vedi http://sites.google.com/site/italyism/perle-di-ipersionismo.

Fu informato senza conseguenze.

Anche allora la discrasia tra il pensare pro-palestina e il fare pro-israele ebbe a manifestarsi.

Mauro Gemma dovrebbe, per coerenza e dignità personale, dimettersi dal PRC o almeno dalla segreteria.

No comment anche sulla consigliera comunale Terry Silvestrini, idee non molto chiare, ma questo passa il convento PRC.

“Verrà il tempo in cui i responsabili dei crimini contro l’umanità che hanno accompagnato il conflitto israelo-palestinese e altri conflitti in questo passaggio d’epoca, saranno chiamati a rispondere davanti ai tribunali degli uomini o della storia, accompagnati dai loro complici e da quanti in Occidente hanno scelto il silenzio, la viltà e l’opportunismo.”

ISM-Italia, 27 giugno 2010

Allegato 1

ISM-Italia Comunicato stampa 2010/06/24/01

Spegnere le luci per il soldato israeliano Gilad Shalit per oscurare i crimini israeliani

Oggi, per iniziativa dei rispettivi sindaci e delle locali comunità ebraiche, complici gli uni e le altre dei crimini israeliani, verranno spente, per ricordare la cattura nel 2006 del soldato israeliano Gilad Shalit da parte di un commando palestinese, a Roma le luci del Colosseo, a Milano quelle del  Castello Sforzesco, a Torino quelle della Mole Antonelliana, .

C’è da supporre che cerimonie simili siano state decise anche in altre città.

L’ipersionismo militante della destra, del centro e della sinistra (?), uniti nel sostenere uno stato coloniale, razzista e fascista1, non ha limiti. Uno Stato, la cui follia omicida e suicida è una minaccia contro tutta l’umanità, dovrebbe preoccupare ogni coscienza civile e democratica

Quando fossero indotti ad accorgersi della pulizia etnica della Palestina, del genocidio in corso a Gaza, delle distruzioni del Libano fino a quella del 2006, dei crimini commessi dall’esercito israeliano durante l’operazione Cast Lead (Piombo fuso), dell’assassinio di nove attivisti turchi della Freedom Gaza Flotilla, nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2010, che cosa faranno questi signori?

Che cosa faranno quando fossero indotti ad accorgersi dei circa 7.500 prigionieri palestinesi2, chiusi da anni nelle carceri israeliane, molti in detenzione amministrativa, cioè senza accuse specifiche, fra cui donne e bambini?

Spegneranno le luci per sempre o arriveranno a demolire il Colosseo, a bruciare il Castello Sforzesco o a bombardare la Mole Antonelliana?

Non pretendiamo ovviamente nulla di tutto questo. Pretendiamo solo un minimo di serietà.

Degli ipersionisti di casa nostra denunciamo il cinismo, l’ipocrisia e la menzogna sistematica.

A Torino del sindaco Chiamparino e dell’ineffabile Beppe Castronovo, a Milano della signora Moratti, a Roma di ex (?) fascisti doc come la signora Polverini, il signor Alemanno et similia.

“Verrà il tempo in cui i responsabili dei crimini contro l’umanità che hanno accompagnato il conflitto israelo-palestinese e altri conflitti in questo passaggio d’epoca, saranno chiamati a rispondere davanti ai tribunali degli uomini o della storia, accompagnati dai loro complici e da quanti in Occidente hanno scelto il silenzio, la viltà e l’opportunismo.”

ISM-Italia, 24 giugno 2010

1. Baruch Kimmerlimg, Politicidio – Sharon e i Palestinesi, Fazi 2003, pag. 11

2. I prigionieri palestinesi attualmente nelle prigioni israeliane sono circa 7.500. 37 sono donne, 330 i bambini, 15 i deputati del Consiglio Legislativo Palestinese (CLP).  5.000 sono i prigionieri palestinesi condannati tra i quali 790 stanno scontando ergastoli plurimi, come Marwan Barghouti, uno dei leader di Fatah.

Allegato 2

Quando il pesce e lo squalo si incontrarono per la prima volta di Gilat Shalit, Classe V elementare

Nel cuore dell’Oceano Pacifico nuotava un pesce piccolo e delicato. All’improvviso il pesciolino vide uno squalo che voleva divorarlo. Iniziò a nuotare molto velocemente ma così fece anche lo squalo. Improvvisamente il pesciolino si fermò e disse “Perché vuoi divorarmi? Invece potremmo giocare insieme.

Lo squalo ci pensò e ripensò e poi disse “Va bene, giochiamo a nascondino!”

Seguirono vari incontri (n.d.r.).

Per la terza volta si incontrarono allora il piccolo squalo disse “Tu sei il mio nemico ma forse potremmo fare la pace?”

Il piccolo pesce disse “Va bene!”

Insieme, in segreto, giocarono per giorni, per settimane e per mesi, finché un giorno lo squalo e il pesce andarono dalla madre del pesce e parlarono insieme con lei, quindi fecero lo stesso con la madre dello squalo e da quel giorno lo squalo e il pesce vissero insieme in pace.

Commovente e pertinente!! (n.d.r.)

Allegato 3

“cari compagn* di ISM

vi giro la mail che ho inviato ai compagni della mailing list del prctorino, spero serva a chiarire i termini della questione e, per favore, non mettetemi nel mucchio degli “amici dei nemici”, quello che penso sulla Questione Palestinese è chiaro a tutti, e credo di averlo dimostrato tante di quelle volte che non credo sia questo il problema.

Un caro saluto

Beppe Castronovo

car* compagn*

non ho letto tutte le mail sulla questione, ma provo a dire la mia sperando di non essere frainteso.

Intanto ringrazio Mauro Canavese per la fiducia, non credo di dover riaffermare ancora una volta la mia solidarietà alla questione palestinese, che, come dice Mauro “è stata espressa da me e dal nostro gruppo consiliare in svariate occasioni ufficiali e non”, penso però che sia necessario chiarire la questione relativa allo spegnimento dell’illuminazione della Mole ieri.

La richiesta era arrivata a me, in qualità di Presidente del Consiglio comunale. Io l’ho girata per competenza al Sindaco e ho lasciato a lui la responsabilità di decidere sulla questione.

Dopo una serie di sue telefonate al Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Tullio Levi, con Levi stesso il Sindaco ha verificato la difficoltà ad accogliere la richiesta in relazione a quanto avvenuto con l’uccisione dei 14 pacifisti ad opera dell’esercito israeliano, ovviamente ha avuto pressioni e, infine, mercoledì è uscito un articolo su “l’opinione”  nel quale si scriveva: ”Il presidente Castronovo e il sindaco Chiamparino, sempre in prima linea quando c’è da criticare Israele e il suo governo, dovrebbero farsi un accurato esame di coscienza e prendere atto che in futuro le loro dichiarazione nei confronti dello Stato ebraico perderanno di incisività e qualità morale, perché il rifiuto su una questione di umanità senza rilievi politici sostanziali non fa loro onore.” A questo punto abbiamo convenuto, mercoledì sera, che sarebbe stato utile cogliere l’occasione per collegare la questione del caporale israeliano, con la grave situazione nella quale si trova la striscia di Gaza e con l’uccisione dei pacifisti, e con con la riaffermazione, dopo aver ricordato tutto ciò, della necessità della riapertura del processo di dialogo. Proprio su questo versante si è deciso di spegnere la Mole. cercando di attirare sulla questione l’attenzione della cittadinanza. Ovviamente vorrei che tutt* considerassero la vicenda per quello che è e per quello che c’è scritto nel comunicato stampa (che trascrivo qui sotto): una presa di posizione del Sindaco e del sottoscritto, senza nessuna considerazione di merito sulla vicenda del caporale israeliano.

« Comunicato stampa:

La città di Torino aderisce alla richiesta della comunità ebraica di Torino, che chiede di spegnere per quindici minuti l’illuminazione della Mole Antonelliana nella serata del 24 giugno per richiamare l’attenzione sulla detenzione del caporale israeliano Gilad Shalit.

Con l’adesione a questa richiesta, giunta in un momento di particolare tensione per i noti fatti delle “Freedom Flottilla” con l’uccisione di 14 persone che tentavano di portare aiuti umanitari a Gaza, la Città vuole altresì richiamare l’attenzione sulla grave situazione in medio Oriente auspicando una rapida ripresa del processo di pace. Firmato Sergio Chiamparino e Giuseppe Castronovo»

Un esempio del cinismo e dell’ipocrisia di cui sopra (n.d.r).

Prosegue l’ineffabile:

Mi pare che il secondo capoverso introduca elementi che non possono essere considerati di sostegno alla politica dello stato israeliano.

E’ ovvio che il testo, se fosse stato scritto da noi e in coerenza con le nostre posizioni sulla questione palestinese, sarebbe stato diverso, ma se pensate che il Consiglio comunale di Torino, ha approvato l’ordine del giorno contro i muri in Palestina, scritto da me e sottoscritto da* compagn* del Gruppo nel quale si chiedeva al “Governo israeliano a procedere all’abbattimento del muro costruito tra Israele e la Cisgiordania al fine di riprendere un processo di pace sotto l’auspicio delle Nazioni Unite” (http://www.comune.torino.it/delibere/2010/2010_00302.html), mi pare che il comunicato stampa si muova, pur nel linguaggio usato nelle comunicazioni istituzionali, nella stessa direzione, tenendo conto di tutte le posizioni presenti nel Consiglio comunale.

Ripeto: il problema per me e per il lavoro che facciamo dentro il Consiglio comunale, è mantenere alta l’attenzione sulla questione, è l’impegno non può essere che quello di rilanciare, ogni volta che ce n’è l’occasione, perchè negare l’accoglimento delle richieste della Comunità Ebraica, non sempre si può e a volte accogliendole ci permette, non solo di denunciare quanto non vorrebberoe senza nascondere nulla,  ma, anzi, ricordare tutti i termini della questione.

In sostanza, un conto sono le nostre iniziative, di Partito e di Gruppo,  per le quali sono parte attiva e propositiva (spero, come in occasione dell’ODG sui muri in Palestina, concordata con la commissione del partito e poi condivisa da tutt* voi), un conto quelle istituzionali, verso le quali la mia responsabilità non sempre mi consente di esprimere chiaramente tutto ciò che penso.

Mi si dirà che avrei potuto lasciare al Sindaco la responsabilità di prendere lui una decisione, ma quando lui stesso chiede un coinvolgimento del Consiglio, vista la posizione presa con l’approvazione dell’Ordine del Giorno approvato il primo marzo, è ovvio che non posso che cercare di raddrizzare le cose per come è possibile, oltre che verificare che, a volte, le nostre posizioni, espresse chiaramente in Consiglio e approvate, condizionano anche le decisioni altrui.

Spero di aver chiarito le cose.

Un  caro saluto a tutt*

Beppe Castronovo”

Allegato 4

Ai militanti della solidarietà con la lotta del Popolo palestinese e alle loro Organizzazioni

Care compagne/i

Ho appreso con rabbia e indignazione della decisione del Comune di Torino di assecondare la richiesta dei gruppi di pressione sionisti italiani legati ai criminali di guerra che governano lo Stato di Israele di spegnere le luci dei principali monumento italiani, “per chiedere la liberazione del soldato israeliano Shalit”.

Non mi ha stupito certo l’atteggiamento del sindaco e di coloro che gli sono più vicini politicamente (gli stessi che hanno avuto il coraggio di insignire della cittadinanza onoraria un tal Vytautas Lansdberghis, già primo ministro della Lituania, paese dove se si è comunisti si va in galera per oltre 10 anni e, dove i nazi-fascisti sono esaltati come “eroi nazionali”), notoriamente simpatizzanti per la “causa” sionista.

Quello che mi ha profondamente colpito e addolorato (non pensavo si potesse arrivare a questo punto) è stato invece l’atteggiamento di tutti coloro che, pur sedendo in Consiglio Comunale “alla sinistra” di Chiamparino, non solo non hanno trovato nulla da ridire, ma si sono persino accodati servilmente all’indecente iniziativa dello “spegnimento” della Mole Antonelliana, frutto dell’ennesima campagna tesa a coprire i crimini dello Stato di Israele, impegnato a portare a compimento la propria “opera” di annientamento del popolo palestinese (una vera e propria “soluzione finale”) e a preparare lo scatenamento di terribili guerre contro altre nazioni della regione.

Mi ha pure sorpreso il silenzio rigorosamente mantenuto dal partito a cui appartengo (a parte qualche individuale, pur encomiabile dissociazione), il PRC, che, impegnato, attraverso la partecipazione attiva di suoi dirigenti, nella costruzione anche a Torino di aggregazioni “di sinistra” confuse e “senz’anima”, dalla vocazione puramente elettoralistica, ha  evidentemente dimenticato (o volontariamente omesso) il proprio dovere di ascoltare il parere dei palestinesi e delle organizzazioni di solidarietà e di schierarsi, senza ambiguità, a sostegno delle ragioni della Resistenza Palestinese, esempio eroico della lotta antimperialista di tutti i popoli.

Il comportamento di questi settori della “sinistra” torinese è, dunque, non solo sbagliato politicamente, ma riprovevole anche sul piano etico. Queste posizioni vanno condannate con durezza, senza e senza ma. Sono semplicemente vergognose.

Compagne/i,

Vogliate ricevere la mia più convinta e calorosa solidarietà.

Viva la Resistenza eroica del Popolo palestinese. Fino alla vittoria!

Mauro Gemma

della Segreteria della Federazione di Torino del PRC”

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